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Stefano Sesti

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Stefano Sesti

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Quando Sesti si ritrova nelle sue notti di lavoro davanti alla tela, circondato dai barattoli degli smalti, dagli odori forti, dai colori violenti, il desiderio di libertà si trasforma finalmente in un viso leggibile, le sensazioni appassionanti, i disegni espliciti. L’emozione arriva diretta, veloce e lo pervade con un passaggio privilegiato, senza percorsi falsati da interferenze contestuali o dai ragionamenti convulsi di tutti i giorni. Sale ad un livello essenziale la comunicazione, l’autonomia, l’immediatezza delle reazioni e Sesti coglie quelle opportunità. L’ispirazione è una sorgente autentica del suo lavoro artistico e i colori cominciano a gocciare dal cuore, la rabbia sgorga dalla forma nella sua forma. Il pieno riempie il vuoto. L’amore scioglie il dilemma. L’idea diventa materia e la liberazione… riconoscibilità.

 

Francesco Zero

 

 

 

 

 

 

 

 

Stefano Sesti fonda le sue radici natali nella capitale.

Il padre Mario, artista, pittore e poeta ed il nonno materno, il pittore Giuseppe Bazzano, lo avviano, sin dagli anni giovanili, all'arte ed in particolare alla pittura, che è la loro forma d'espressione prediletta. Frequenta il liceo artistico a Roma ed accresce la sua preparazione anche in altre forme d'espressione, con l'aiuto d'esponenti del mondo della cultura e dell'arte, quali il maestro Mario Russo, presso il cui studio approfondisce la tecnica coloristica, e la pittrice Maria Teresa Consolini, allieva del M° Giacomo Balla. Dal 1980 anche la fotografia entra a far parte del suo bagaglio artistico. Nel 1990 inizia a collaborare con la Galleria d'Arte Contemporanea Forum Interart di Roma. In questo periodo conosce diversi personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura, come l'attore Remo Girone, il maestro Sandro Trotti, professore di pittura all'Accademia di Belle Arti di Roma ed il maestro Luigi Montanarini, artista marchigiano, purtroppo recentemente scomparso. La sua pittura assume ora una nuova forma espressiva, molto vicina all'astrattismo di Jakson Pollock.

Aumentano i suoi impegni lavorativi e mondani, si dedica con passione ed impegno alla recitazione e sostiene vari ruoli teatrali con la Compagnia "Tribù Arte"; nel 1997 aderisce al primo manifesto di pittura "Superficiale", fondato dal pittore Davide Tedeschini.

Continua il suo percorso artistico sviluppando in pittura nuove forme di espressive e astratte, con abili interventi tecnici che spaziano da una tecnica mista del colore, fino all’intervento della fotografia su tela, contaminandola con interventi cromatici volontari.

Dal 2001 inizia la sua lunga collaborazione con la gallerista Sabina Fattibene titolare della Galleria d’Arte “ Il Trittico” di Roma.

Di recente è entrato a far parte del salotto artistico presso l’Associazione Culturale “Bar Camponeschi”, luogo famoso nel centro di Roma per essere frequentato da molti personaggi di spicco del mondo dell’arte e dello spettacolo.

Oltre a contare su numerosissime partecipazioni a mostre collettive in tutto il territorio europeo, ha esposto anche con particolare evidenza all’estero:

Londra Galleria "The Queen", 1994;

Helsinsky Galleria D Arte Moderna, 1998;

Parigi Galleria" Le Carre D'or', 2000.

e in Italia nelle seguenti esposizioni personali:

Roma Triennale d’arte 2010; Galleria D’Arte FORUM INTERART Roma 1997 e 1998; Galleria IL CORBEZZOLO Ancona 1999; Galleria Comunale Camerata Picena (Ancona) 1999; Galleria D’Arte FORUM INTERART “Arte Dieci” Roma 2000; Galleria d’Arte L’ ANGELO AZZURRO - “Altri Pianeti” Roma 2003; Galleria d’Arte LE ARTI - “Emblema e Rivoluzione” Roma 2005; SCUDERIE ESTENSI Tivoli 2006; EX CHIESA SAN MICHELE ARCANGELO Tivoli 2007; Galleria d'Arte "IL MARZOCCO" Roma 2008; Galleria d'Arte "PENTARTE" Roma 2009; Galleria D’Arte “IL TRITTICO ARTE” Roma 2010; Galleria D’Arte “PENTARTE” Roma 2010; Galleria D’Arte “IL TRITTICO ARTE” Roma 2010; Centro Culturale Camponeschi Roma 2012 e 2013; Spazio Espositivo IL LABORATORIO Roma 2014.; Galleria D'Arte “STEFANO SIMMI” Roma aprile 2015; Galleria D'Arte “STEFANO SIMMI” Roma luglio 2015.

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